Buongiorno, dò il benvenuto a tutti e in particolare a Cathrin Stange, presidente dell’associazione tedesca degli adulti scout (Vorsitzende des deutschen Verbandes der Altpfadfinder).
Correva l’anno 2003 quando a differenza di un giorno da oggi e con qualche difficoltà abbiamo superato il confine e poi in processione portando la Croce ci siamo diretti qui a Monte Santo, Sveta Gora, Eravamo più di duecento adulti scout provenienti da Italia Austria Slovenia. Era passato un anno e mezzo dalla decisione di riunirci sotto il simbolo scaut e rispecchiare il Patriarcato di Aquileia. L’idea da subito era di abbattere i confini territoriali e culturali che separavano i nostri popoli, soprattutto quelli creati nel 1947 dopo la seconda Guerra Mondiale. L’intuizione di Paolo Modotti che vedeva il fermento di una rinascita dello scautismo in Slovenia, coadiuvato e supportato da Alberto Albertini nata e cullata l’anno prima, dopo numerosi incontri nei vari paesi, con l’adesione entusiasta di Georg Strafella, si concretizzava prendendo spunto dalla Luce della Pace da Betlemme. Quale occasione migliore per trovarci tutti assieme a testimoniare Pace e Fraternità tra popoli una volta divisi e in guerra tra loro. Nonostante qualche difficoltà ci abbiamo creduto, creando oltre all’incontro con la Luce di Betlemme, campi, route, fino al Jamborette, un piccolo Jamboree da svolgersi ogni 4 anni. Se siamo ancora qui, se crediamo ancora nella Pace e nella Fraternità lo dobbiamo a Paolo, al suo entusiasmo e perseveranza. E quest’anno siamo nuovamente qui proprio per lui, per ricordare il suo grande impegno, nella continuità della fraternità e nell’autonomia dell’Alpe Adria Scout nel suo cammino verso il futuro. Le nostre route sui sentieri della grande guerra ci hanno fatto ripercorrere quei luoghi che furono teatro di grandi tragedie, ora che i confini non esistono più se non geograficamente, ci troviamo proprio dove la sofferenza di quella linea bianca che divise le genti della stessa città e comunità per mantenere viva la memoria di quanto l’uomo può essere disumano, lo senti remo anche dalle testimonianze che oggi potrebbero anche fa rci sorridere come il cimitero tagliato, la casa divisa dalla stalla, la vacca a metà ma se ci immergiamo un momento nel vissuto di quel tempo ci fanno rabbrividire. Nell’ultimo sopralluogo fatto qui a Gorizia Mauro ci ha fatto toccare con mano tutto ciò e vi dico che ancora oggi sono scioccato. Il confine è lì ma non lo puoi passare, oltre la linea bianca ci furono poi le guardie militari, il filo spinato a volte. Ancor oggi qualcuno si ritrova con proprietà in ambo gli stati. Paolo in tutto questo è stato lungimirante, abbattere i confini, costruire ponti, la fraternità che ci rende più uniti e più forti, ma sempre e comunque uniti per la Pace. Paolo ci ha passato il testimone lo scorso anno, andandosene in breve tempo, lasciandoci basiti e impotenti di fronte a tanto dolore. Paolo un fratello come non pochi, più che amico, determinato, leale fino all’inverosimile e mai domo. Ricordarlo qui nel suo territorio, con i suoi amici di sempre, e i nuovi che si sono aggiunti è raccogliere la sua eredità morale per dare continuità alla Fraternità Alpe Adria Scout, è raccogliere l’impegno per una continuità del movimento della fraternità. Non ci ha lasciato soli, se siamo qui ancora in tanti è per merito suo, e la più bella preghiera che gli possiamo rivolgere è racchiusa ed espressione di questi eventi, di questi incontri.
Andrea Tappa
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