È sempre bello trovarsi, o meglio ritrovarsi assieme. Viviamo lo scoutismo, ma in maniera più ampia la nostra appartenenza alla Chiesa, in compagnia di tante sorelle e fratelli. E anche quest’anno riprendiamo il cammino, la strada. E’ parte integrante della nostra vita stare assieme agli altri. “Non è bene che l’uomo sia solo”, ci ricordava il vangelo della messa di questa domenica. Eppure tante volte prevale in noi il gusto dello stare da soli, la mancanza di volontà di trovarsi con gli altri, la tendenza alla chiusura nel nostro piccolo mondo. Le cose fatte assieme hanno sempre più valore di quelle fatte per sé stessi o per il proprio piccolo gruppo.

E per fare le cose assieme c’è bisogno di qualche coraggioso, di qualche persona intraprendente che sappia prendere l’iniziativa. Oggi siamo stati bene assieme grazie alla disponibilità del Gruppo Verona 4. La celebrazione del loro decennale di fondazione è stata occasione per tutta la zona Masci Adige di riprendere le fila dell’attività annuale. Un altro anno di strada da percorrere. E iniziamo, come sempre, non sapendo dove la strada ci potrà portare. Come dice un poeta:

“Viandante, non esiste il sentiero.

Il sentiero si fa camminando”.

L’importante è sapersi mettere in strada. Poi sarà la strada a portarci dove lei vorrà.

Alle comunità Masci della nostra zona si sono aggiunte le comunità di Chiampo (VI) e di Mori (TN). Un’altra bella possibilità di allargare i nostri sguardi, i nostri orizzonti.

Il pomeriggio è iniziato con un gioco che ci ha permesso un po’ di muovere alcuni passi nelle strade e nelle piazze del quartiere. Il gioco è stato occasione per conoscerci tra di noi e per conoscere il luogo in cui ci troviamo. In questo continuiamo a vivere lo stile scout, appreso fin dall’epoca del branco (gioco) e del reparto (Esplorazione, conoscenza). Abbiamo apprezzato quanto la comunità Masci del VR 4 sia inserita e integrata nel proprio quartiere cittadino. L’antico villaggio che il pittore Angelo Dall’Oca Bianca aveva immaginato e sognato negli anni trenta del secolo scorso per le persone più povere della città è diventato, nel corso degli anni, un piacevole quartiere cittadino, dalla buona qualità di vita. E questo, ancora una volta, grazie alla visione e all’apporto delle diverse persone che hanno pensato un po’ più in grande dei propri confini e dei propri interessi. Il bene comune è sempre superiore al bene individuale. Sappiamo come queste considerazioni costituiscano una parte molto importante del bagaglio del Masci. Lo scout è innanzitutto un convinto cittadino, un membro attivo e propositivo della comunità civile. Il servire il proprio paese (città, quartiere …) fa’ parte della promessa che abbiamo tra l’altro rinnovato al termine della messa.

Dopo esserci sgranchiti gli arti percorrendo i dintorni del borgo abbiamo fatto ritorno alla chiesa parrocchiale da cui siamo partiti. Il parroco, don Cosma, ci ha brillantemente presentato l’interno del tempio, inaugurato solo da qualche anno, permettendoci di conoscere e comprendere i suoi principali aspetti artistici. Altro insegnamento importante: apprezziamo qualcosa soltanto se la conosciamo e la comprendiamo. Diciamo che una cosa, un’opera d’arte in primo luogo, è bella quando ci viene spiegata e quando attraverso la spiegazione la possiamo comprendere. Certo la spiegazione che ci viene data non è tutto. Viene poi il percorso di approfondimento e conoscenza personale. La prima spiegazione è come la porta che ci viene aperta, poi ciascuno può entrare e approfondire la conoscenza attraverso la propria sensibilità e il percorso che gli appartiene. Ci sono state spiegate diverse componenti di opere d’arte, di dipinti, di segni presenti in questa chiesa. E tutti noi abbiamo potuto appunto apprezzare il valore di una chiesa così moderna. Si tratta di comprendere che una chiesa moderna non è affatto inferiore per valore e significato alle chiese antiche a cui possiamo essere abituati. Semplicemente si tratta di edifici differenti e comunque complementari. Una chiesa è il tentativo di realizzare in mezzo alle case del nostro vivere, del nostro lavorare e soffrire, un edificio che richiami l’esistenza della Trascendenza, del Dio che fa’ strada in mezzo al suo popolo. Una chiesa non è una casa comune, qualunque. È, deve essere, un’opera d’arte proprio in quanto richiamo della presenza di Dio. Non può non richiamare all’esigenza di Bellezza che ogni persona porta con sé. Allora non si tratta di preferire le chiese antiche a quelle moderne. Abbiamo bisogno di entrambe. Le prime ci richiamano al fatto che la nostra fede e la vita cristiana, la vita della chiesa, hanno percorso secoli e millenni – e noi siamo quello che siamo, qui e ora, grazie a questo percorso, grazie alla strada, alla testimonianza di tutti quelli che i hanno preceduto – le seconde ci stimolano al fatto che questa fede e questa vita cristiana devono andare avanti, devono guardare al presente e soprattutto al futuro. Una chiesa “moderna”, bella è un richiamo, un segno che la fede è ancora attuale, anche in questi nostri tempi che sembrano essersi allontanati da Dio. Penso che tutti abbiamo potuto esclamare “Che bello stare qui!” dopo aver sostato nella chiesa di Borgonuovo a significare che l’arte – architettura, pittura, scultura … – può ancora assolvere al compito di farci vivere l’esperienza dell’incontro con la Bellezza.

Dopo l’eucaristia condivisa con la comunità abbiamo gustato l’ottimo e abbondante risotto preparato nelle sale comunitarie adiacenti alla chiesa dai risottari di Isola della Scala. Alla cena hanno fatto seguito alcuni canti e bangs. La serata si è conclusa con la struggente melodia del canto “Al cader della giornata”.

Inutile dire quanto le parole siano insufficienti ad esprimere il nostro sentimento di gratitudine nei confronti della Comunità VR 4 per averci dato la possibilità di vivere questo pomeriggio di condivisione, di crescita e di gioia. Grazie di tutto quello che avete fatto.

 

Stefano C.

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