Il tema che Francesco svilupperà nella ricorrenza del primo gennaio 2024 è stato reso noto oggi dal Dicastero per il Servizio allo Sviluppo Umano integrale: necessario un dialogo aperto sul significato di queste nuove tecnologie, “dotate di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti”, perché il loro utilizzo sia a tutela della casa comune e non dia adito a disuguaglianze.
I progressi nel campo dell’ AI (Artificial Intelligence) hanno “un impatto sempre più profondo sull’attività umana, sulla vita personale e sociale, sulla politica e l’economia” e per questo il tema del messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale della pace del primo gennaio 2024, annunciato dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale avrà per titolo “Intelligenze artificiale e pace”.
Orientare le AI in modo responsabile
“Papa Francesco”, si legge nel comunicato del Dicastero, “sollecita un dialogo aperto sul significato di queste nuove tecnologie, dotate di potenzialità dirompenti e di effetti ambivalenti”, richiamando, “la necessità di vigilare e di operare affinché non attecchisca una logica di violenza e di discriminazione nel produrre e nell’usare tali dispositivi, a spese dei più fragili e degli esclusi: ingiustizia e disuguaglianze alimentano conflitti e antagonismi”. L’urgenza, è quindi quella “di orientare la concezione e l’utilizzo delle intelligenze artificiali in modo responsabile, perché siano al servizio dell’umanità e della protezione della nostra casa comune”, con l’esigenza di estendere questa riflessione etica “all’ambito dell’educazione e del diritto”. “La tutela della dignità della persona e la cura per una fraternità effettivamente aperta all’intera famiglia umana”, infatti, “sono condizioni imprescindibili perché lo sviluppo tecnologico possa contribuire alla promozione della giustizia e della pace nel mondo”.
L’impegno della Santa Sede nell'”algoretica”
La Santa Sede è sempre stata attenta alle implicazioni etiche dell’uso dell’intelligenza artificiale, coinvolgendo nella sua riflessione quanti più attori possibili sia a livello scientifico e tecnologico sia collaborando con le altre religioni. Lo scorso 10 gennaio, la Pontificia Accademia per la Vita ha promosso l’allargamento del documento “Rome Call for AI Ethics”, sottoscritto nel 2020 da aziende come Microsoft e Ibm a rappresentanti dell’ebraismo e dell’islam. L’obiettivo è quello di promuovere un “algoretica” perché, come ha ricordato il presidente dell’Accademia, monsignor Vincenzo Paglia, queste nuove tecnologie “possono portare a uno sviluppo enorme, ma anche a una tragedia altrettanto enorme, perché rischiano di sopprimere l’umano in una sorta di dittatura della tecnica che sconvolge l’umanità stessa”. Costante è anche l’impegno in questo senso della Santa Sede, anche nelle grandi organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, in cui sono stati spesso sottolineati i rischi e gli abusi dell’uso dell’intelligenza artificiale nel settore degli armamenti e nei conflitti.
Il tema che ha suggerito il Santo Padre è molto attuale e le intelligenze artificiali (meglio riferirsi al plurale) sono forse uno degli ambiti che possono trasformare profondamente il nostro vivere sociale e condizionare i nostri comportamenti. Chiedersi o dubitare sulla neutralità etica di questi artefatti è lecito, e anche noi del MASCI abbiamo necessità di iniziare un cammino di discernimento su questo tema. Proporrei di dedicarci almeno uno dei prossimi incontri, squeri.