La ricorrenza dei 761 anni di fondazione del Gruppo scout di Scorzè, e dei 55 della
rifondazione, mi offre l’opportunità di farvi conoscere quelle che sono state le tappe
fondamentali del mio essere scout e che hanno sicuramente segnato il mio stile di
vita.
1. La Promessa
Sono entrato nel Riparto Scorzè i° nel 1950 come esploratore. Avevo 13 anni e allora
le regole erano quelle di un lungo tirocinio prima di diventare scout a pieno titolo
che, come sapete, avviene con l’impegno della Promessa. Stava diventando un
grande sogno e avevo paura che non si avverasse; finalmente al campo di Valle di
Cadore, nell’agosto 1952, ho pronunciato la mia Promessa scout. Vi assicuro che
ancora oggi quando l’occasione mi porta da quelle parti il cuore mi batte forte, non
per la nostalgia degli anni che sono passati, ma perché lì si è compiuta la prima
grande tappa, vissuta da ragazzo, del mio cammino nel mondo scout.
Ricordo benissimo la meticolosità dei capi nel loro insegnamento, ricordo come
svolgevano il trapasso delle nozioni, come sviluppavano il metodo, la grande
importanza attribuita alla solennità della Promessa, ricordo la veglia vissuta da
solo nel bosco quella sera (quanta paura!), l’emozione nel pronunciarla. Tutto ciò
ha radicato in me il convincimento della validità del metodo scout ed ha favorito il
mio impegno a scoprirlo sempre più e meglio.
È stata questa esperienza a farmi abbracciare lo scautismo come fedele compagno
della mia vita. Ho proseguito il mio cammino scout di progressione personale
attraverso le varie branche cercando di vivere con grande intensità ogni diverso
periodo.

2. la Partenza
Al termine dell’iter formativo ancora spinto dalla fedeltà alla Promessa ho iniziato
la seconda grande tappa: la scelta della partenza e la volontà di prepararmi al
servizio associativo come capo nel Gruppo. Indimenticabile per me il clima e gi
effetti del primo campo scuola a Villa Bernini Buri a Verona, a casa di Mario Mazza
nel 1956 per la Branca Lupetti. I capi campo, le attività, l’ambiente hanno
rivoluzionato tutto il mio essere. A questo si è aggiunto poi il grande aiuto e
l’insegnamento di tutti i capi del Gruppo Scorzè 1°, dei quali permettetemi di
citarne solo alcuni che non ci sono più: Luciano, Titta, Celio.
3. Il servizio associativo
Ed ecco la terza tappa. L’esperienza di capo mi ha reso un grande servizio
personale; è stata una vera scuola di formazione. Non so quanto io abbia potuto
dare, sicuramente ho ricevuto molto nel lungo periodo. Nel 1956 ho iniziato come
aiuto nel Branco, nel ruolo di Bagheera, ed ho continuato fino agli anni 70 con
esperienze in tutte le branche, contribuendo a formare la prima comunità capi. Nel
frattempo ho fatto anche l’altra grande scelta, quella di formare una famiglia.
Intendo qui ringraziare di cuore, in modo particolare, mia moglie per la
comprensione e l’aiuto che mi ha dato perché non ha ostacolato il mio servizio di
capo scout. La lunga esperienza come capo mi ha dato consapevolezza di quanto

sia importante svolgere il servizio educativo con capacità di cambiamento, di
rinnovamento, con creatività, ponendo attenzione alla continua evoluzione che lo
stesso metodo scout ti pone davanti. Mi ha fatto capire inoltre che l’uomo non può
vivere senza un proprio progetto, per il quale si deve sentire quotidianamente
impegnato alla verifica: oggi si direbbe con “discernimento”.
4. Il MASCI
La quarta tappa dura ormai da 25 anni, quella di scegliere il MASCI, il Movimento
degli Adulti Scout Cattolici Italiani.
Sono convinto che lo scautismo non finisce mai, basta pensare all’unicità della
Promessa, uguale per tutti gli scout di tutto il mondo: non credo ci siano altri
metodi educativi che lo prevedano. È stata una bella esperienza quella di scegliere
lo scautismo adulto per il quale ho lavorato con convinzione e dedizione. Il primo
contributo è stato quello di collaborare alla nascita della Comunità Masci di Scorzè,
con alcuni scout ed altri amici che hanno scelto di aderire, da adulti, alla proposta
scout. È stata la scelta più importante per me, e in questa comunità ancora opero,
anche se le fasi dell’attività e di interesse ne Movimento si sono diversificate negli
anni. Ho sempre cercato di vivere la dimensione dello scautismo adulto alla luce di
quelli che sono stati i grandi insegnamenti del Metodo, confortato anche dagli scritti
del Taccuino di B.-P. nel quale egli stesso, con alcuni messaggi, già allora si
rivolgeva al mondo degli adulti.
È stato per me un grande onore poter rappresentare la mia Comunità di adulti
scout non solo nel periodo di magistero (magister è l’animatore della Comunità),
ma anche quando sono stato chiamato ad essere dapprima consigliere nazionale
per sei anni con l’incarico allo sviluppo del Movimento, e poi Segretario regionale
del Veneto. Gli adulti scout, la Comunità mi hanno arricchito davvero e assieme
credo che abbiamo percorso una buona strada, non solo per lo scautismo adulto
ma anche per tutte le iniziative sia di carattere sociale sia in favore della crescita
della persona. Con la Comunità di Scorzè è stato bello dire “si” al servizio della
gestione della base scout di Cornuda.

Giovanni Simionato
Magister della Comunità MASCI di Scorzè

Intervistato da Silvia Barbato nell’estate del 2001, in occasione della realizzazione di un opuscolo curato dal
Gruppo Agesci per i 55 anni dalla rinascita dello scautismo a Scorzè

1 Ricerche successive hanno portato a riconoscere il 1923 come l’anno dell’inaugurazione del
“Riparto Scorzè 2”; il numero uno era stato assegnato al “Riparto Scorzè (Peseggia)1”, inaugurato
qualche mese prima